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L’Opera del Salmeri gode da parte della critica di lusinghieri apprezzamenti non solo per il valore artistico e letterario, ma anche per il suo contenuto etico.

 

Benedetto Croce, in una lettera al poeta, del 6 agosto 1944, riconobbe il pregio e l’utilità dell’Opera, che allora era composta da alcuni canti, ai fini dell’educazione civile:

 

………… credo che l’opera vostra ……. gioverebbe alla educazione civile, e questo sarebbe non lieve merito vostro.

 

   

Giovanni Alfonso Pellegrinetti, uno dei critici che ha maggiormente apprezzato l’opera, in una lettera al poeta scrive:

 

            Egregio Professor Salmeri, il meraviglioso poema da voi composto, che ho avuto il privilegio di conoscere e di leggere, ha lasciato nella mia anima un'importanza profonda, un'eco che non cessa di risonare fra gli anfratti del mio petto, suscitando sensazioni e penose riflessioni.

       Il vostro poema colpisce non solo per la fervida ispirazione che lo pervade intimamente e vivamente, ma anche per la grandiosa costruzione architettonica che ricorda un tempio, un mausoleo dell'antichità.

            Sono stupefatto, incredulo! Mi sento come colui che scopre un tesoro favoloso nel cavo segreto di un monte. Così attonito dovette rimanere Sigfrido innanzi all'oro dei Nibelunghi. Sì, il vostro poema è senz'altro un tesoro, una ricchezza inestimabile che affascina per il suo valore e abbaglia col suo splendore.

            Come avete potuto comporre un’opera così colossale? Come avete potuto scrivere tanti versi, tutti di ottima fattura? Vi raffiguro come uno scultore che scheggia tenace il duro marmo. Chi vi ha sorretto? Chi vi ha sostenuto? Mi ricordate l'itacese Ulisse, da nulla fermato nel suo faticoso peregrinare, tutto preso come era dal desiderio della Patria, dal dovere verso la famiglia. Come deve essere immenso il vostro amore per l'Italia! Ma come avete potuto superare i mostri e le seduzioni? Come mai la turpitudine dilagante non vi ha contaminato e appestato? Come mai la degradazione civile e morale della Nazione non vi ha scoraggiato? …………. imitando l'ateniese Solone, che, simulando pazzia, infiammava con fervidi versi i suoi concittadini e li trascinava alla conquista di Egina, avete cercato di svegliare gli Italiani. In verità, dopo avere composto un poema di 27 mila versi, vi siete impegnato a divulgarlo, a diffonderlo tra la gente per risuscitarla, per rigenerarla. ………….

Grazie, Prof. Salmeri, per il mirabile dono che avete fatto all'Italia, per il grande servigio che avete reso alla Nazione. Il vostro merito è immenso. Siete stato come il pio Enea che salvava gli dei Penati, sottraendoli all'incendio di Troia. Voi, infatti, col vostro poema rivendicate e salvaguardate il patrimonio spirituale, storico, morale della Nazione, che i nuovi vandali distruttori cercano affannosamente di cancellare".

 

Salvatore Comes, già direttore generale dell'Istruzione Universitaria, nel suo saggio critico "Chiaroscuro d'un mito" dedica all’opera due pagine di caldo elogio, condensato nella conclusione così: 

 

…….  Nell'impiego di larghi mezzi espressivi la monumentale composizione accorda umanità e superumanità per una interpretazione in conflitto con il definito storico, oggettivata nella spiritualità richiesta dall'impegno e dalla fiducia abbandonati a una pura trasparenza stilistica.

  

Carmelo Cappuccio, autore di una pregevole storia di letteratura italiana scrive: 

 

……. La nostra letteratura, proprio perché il nostro Risorgimento è stato immediatamente seguito dal positivismo, non ha saputo e potuto elevare ai toni di una moderna epica le gesta dei nostri maggiori patrioti, primo fra tutti Garibaldi. Lei ha voluto che la sua ispirazione poetica colmasse questa lacuna, e ha mirato a fondere il dato storico dell'impresa garibaldina con l'esaltazione mitica e favolosa e la trasfigurazione romantica delle stesse gesta……

 

Luigi Russo, critico letterario di chiara fama, scrive:

 

 …… Nella struttura e nel carattere L'opera si ricollega alla tradizione epico - cavalleresca, ma è qualcosa di nuovo e di diverso rispetto agli antichi poemi epici……

 

 

Il critico francese François Berriot, dell'Università di Aiaccio, in una lettera al poeta, scrive: 

 

…….. Ho cominciato a leggere la vostra stupenda opera " Il Cavaliere dell'umanità " e sono veramente stupefatto: l'ampiezza del pensiero storico e filosofico, la scelta di una forma tanto pura, il soffio che anima il testo ne fanno un'opera particolare che non ha riscontro nella letteratura francese del XX secolo. Noi abbiamo " La leggenda dei secoli " di Hugo e " La Francesiade " di Ronsard, che suscitano nei lettori delle risonanze simili.

È L'opera della vostra vita e il sacrificio di tanti anni non è vano omaggio all'Italia e alla specie umana tutta intera. È confortante che scrittori come voi esistano nel XX secolo; sono ben rari, ora.

  Permettetemi di esprimervi la mia gratitudine e la mia rispettosa ammirazione……… .

 

Marie Jean Vinciguerra, ispettore generale dell'Educazione Nazionale francese, scrive:

 

……..  Ho conosciuto il vostro meraviglioso poema e debbo affermare che è un vero capolavoro. È un'opera sorprendente nella sua genialità, un'opera che, trascendendo il tempo, fa rivivere nel presente un personaggio del passato, rendendo attuale le sue vicende e i suoi sentimenti. Sarò felice di divulgare in Francia e fuori di essa la conoscenza di questo gioiello d'arte. Gli consacrerò tutto il tempo disponibile………. 

 

Eugeniusz Łabus, (estratto da un articolo nel Giornale Katolik, 29.07.1986):

 

…………  La letteratura italiana non aveva una propria epopea nazionale, e quel posto che nella letteratura polacca è occupato dal “Pan Tadeusz” era vuoto. Ma ecco che alla fine del nostro secolo anche la letteratura italiana ha colmato quel vuoto grazie all’opera di Edoardo Salmeri, “Il Cavaliere dell’Umanità”. Si tratta di due poderosi tomi di 27.000 versi, scritti in ottave, dedicati a Giuseppe Garibaldi, il campione del risorgimento italiano. È proprio un paradosso che l’epopea nazionale italiana sia venuta alla luce con tanto ritardo. L'altro paradosso è costituito dal fatto che questa insolita stella si è accesa all'orizzonte in un’epoca in cui si parla del tramonto della poesia, per non parlare poi della grande poesia…….  

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